Oggi come oggi è sempre più frequente, nelle diverse tipologie e nei diversi utilizzi, in base alle specifiche esigenze individuali. La mascherina è infatti entrata a far parte delle nostre vite, specie nelle grandi città, quale valido strumento di prevenzione e protezione dall’inquinamento e dai pollini, ma anche dagli agenti infettivi e dalle sostanze potenzialmente tossiche per la salute. Un’attenzione ed al contempo un’esigenza che manifesta tutto il suo essere attuale in una società come la nostra.
Dalle funzioni ben precise, relative – come è facilmente intuibile – al modello di riferimento, la mascherina può presentare un design che copre il viso per intero, compresi gli occhi, oppure che lo copre solo in parte, design, quest’ultimo, che si riscontra in tanti prodotti. Concentriamo la nostra attenzione essenzialmente sulla seconda “versione”, che protegge esclusivamente il naso e la bocca, non trascurando in ogni caso la prima, tipica di coloro i quali lavorano con sostanze chimiche o con agenti tossici nocivi.
Come scegliere la migliore mascherina
È adoperata sia dal “comune” cittadino, che intenda mettere una “barriera” alle polveri presenti nell’aria, che dal personale medico o da altre categorie di soggetti che per lavoro sono a contatto con situazioni creanti possibili danni alla salute. La mascherina è dunque oggi “consigliabile” – se non, in determinati e specifici casi, necessaria – per “riparare” e proteggere: ma come scegliere la “migliore”? In realtà la migliore è quella aderente ai propri bisogni, variabili da persona a persona, e solo individuando l’utilizzo al quale essa è destinata, si potrà essere certi di aver optato per la soluzione ottimale. A titolo esemplificativo, chi va in bici o passeggia per le strade della città, avrà bisogno di un prodotto che contrasti gli effetti dell’inquinamento atmosferico, prodotto ben diverso da chi invece opera in ambito medico e sanitario.
Ecco il motivo per il quale si rende indispensabile una classificazione delle varie tipologie di mascherine offerte dal mercato, così da colmare eventuali lacune sulla tematica, e da consentire a ciascuno di trovare l’articolo più indicato per il caso proprio. Ce ne occupiamo nei prossimi paragrafi, mettendo da principio in evidenza che dette mascherine non sono tra loro interscambiabili, nel senso che a seconda del tipo di uso occorrerà procedere all’acquisto del modello consono all’uso stesso.
Mascherina chirurgica
- Certificate in GERMANIA, registrate al ministero della Salute
- Dispositivo MEDICO di tipo 2R, resistente agli SPRUZZI, potere filtrante del 98%
- 3 VELI protettivi in TNT (Tessuto Non Tessuto), un materiale ipoallergenico ad alto potenziale...
- Certificate in GERMANIA, registrate al ministero della Salute
- Dispositivo MEDICO di tipo 2R, resistente agli SPRUZZI, potere filtrante del 98%
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- TIPO IIR, ovvero le uniche mascherine chirurgiche che resistono agli schizzi.
- GARANZIA: mascherina chirurgica nera registrata nell'elenco dei dispositivi medici del ministero...
- COMPOSIZIONE: 3 veli protettivi in TNT, materiale ipoallergenico ad altamente filtrante ed igienico,...
Costituita da più strati, e monouso (e come tale, quindi, da smaltire dopo l’utilizzo), la mascherina chirurgica è adoperata dal personale medico e sanitario negli ospedali e nelle sale operatorie, ed in quei luoghi ove è necessario prestare assistenza a pazienti (come ad esempio ambulatori o case della salute).
Detta mascherina fa sì che chi la indossi non contamini l’ambiente, poiché riduce la trasmissione di agenti infettivi evitando che goccioline di saliva o altri fluidi respiratori (“droplets”) entrino in contatto con altri individui. Non protegge l’utilizzatore da particelle particolarmente piccole – sospese nell’aria sotto forma di aerosol – contenenti agenti patogeni. Ed infatti si tratta di una mascherina nata non tanto per una protezione personale, quanto per quella delle altre persone che possono essere nelle immediate vicinanze, cosa che le è valso il nome di “mascherina altruista”. La sua sicurezza deriva dal rispetto della norma tecnica UNI EN 14683:2019, che contempla caratteristiche e metodi di prova, con l’individuazione dei requisiti di traspirabilità, resistenza a schizzi liquidi, efficacia nella filtrazione batterica, e pulizia da microbi.
In particolare: come indossarla
Una nota, importante, va a come indossare in modo corretto la mascherina chirurgica. Ecco come procedere:
- lavare le mani con acqua e sapone per 40-60 secondi o con un gel disinfettante a base di alcool per 20-30 secondi prima di indossare la mascherina;
- accertarsi che la mascherina stessa sia integra e pulita;
- posizionarla sul proprio viso coprendo naso, bocca e mento, verificando che non siano presenti aperture tra la mascherina ed il viso stesso;
- evitare di toccare la mascherina durante la procedura in oggetto, e qualora ciò accadesse, ripetere l’igiene delle mani;
- lavare le mani prima di rimuoverla;
- toglierla toccando gli elastici o i lacci, e mai la parte frontale;
- buttare la mascherina utilizzata in un cestino ben chiuso;
- lavare le mani servendosi di acqua e sapone o di un gel disinfettante a base di alcool.
Mascherina antivento
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Calda, elastica, ed agevole da indossare, la mascherina antivento è progettata per proteggere dal vento e dal freddo, e garantisce un’adeguata copertura per il naso e le orecchie, ed in alcuni modelli, anche per il collo. Realizzata in tessuto antivento e traspirante – idoneo a far fronte anche alle temperature più severe – oppure in cotone, la mascherina antivento è adoperata sia da coloro i quali si muovono in bici o moto che dagli sportivi, rivelandosi in questo secondo caso adatta per diverse attività, come lo sci o lo snowboard.
Il sistema di ventilazione e la chiusura a velcro che caratterizzano la mascherina antivento consentono, rispettivamente, una facile respirazione ed una perfetta adattabilità al volto.
Dispositivi di protezione individuale (DPI)
Nell’ambito dei dispositivi di protezione individuale (DPI) rientra la mascherina di protezione delle vie aeree, la quale ha lo scopo di evitare che l’utilizzatore inali fumi o polveri, o vapori e gas nocivi per la salute. Proteggendo al tempo stesso anche dagli agenti infettivi sempre trasmissibili per via aerea. Siamo in presenza di una mascherina che può essere di due tipologie, isolante e filtrante, la quale ultima, in particolare, è formata da un elemento facciale e da uno filtrante. Anche detta facciale filtrante, essa è fornita in taluni casi di una valvola di espirazione, migliorante la comodità di chi la adopera: detta valvola, infatti, impedisce la formazione di condensa all’interno della mascherina, così come l’appannarsi degli occhiali, aiutando colui che la indossa ad inspirare ed espirare con più facilità.
I facciali filtranti, indicati con la sigla FFP (filtering face piece), se con valvola sono chiamati “mascherine egoiste”, in quanto limitano efficacemente la diffusione di agenti infettivi verso naso e bocca dell’utilizzatore, ma non evitano (o evitano in misura minore) al suo respiro di uscire, e quindi eventualmente di contaminare l’ambiente circostante. In base alla normativa UNI EN 149:2009 sono tre i livelli di protezione offerta:
- FFP1. Indicato in presenza di particelle fini e polveri (come grafite, cemento, legno ecc), è quello di una mascherina adoperata in settori quali l’artigianato o l’industria tessile, rivelandosi utile anche come protezione da cattivi odori o piccoli effetti irritanti. Blocca sino all’80% delle particelle sospese nell’aria.
Migliori mascherine FFP1
- FFP2. Capace di filtrare polveri, fumo ed aerosol, così come particelle fini e tossiche (ad esempio muffe o batteri) è una protezione che si riscontra nei dispositivi utilizzati soprattutto nell’agricoltura, nell’industria farmaceutica, nell’edilizia e in campo medico contro i virus influenzali, ma la si trova anche in altri settori, come quelli relativi allo smaltimento dei rifiuti o alla lavorazione del metallo. Blocca sino al 94% delle particelle sospese nell’aria.
Migliori mascherine FFP2
- FFP3. È il massimo grado di protezione, riuscendo a far fronte anche alla presenza di agenti patogeni come batteri e virus, e di sostanze nocive e cancerogene (come piombo, amianto o cemento). Blocca sino al 99% delle particelle sospese nell’aria.
Migliori mascherine FFP3
Mascherina antismog
Filtra le sostanze dannose presenti nell’aria impedendo che giungano all’apparato respiratorio, rappresentando così un “argine” al problema dell’inquinamento che attanaglia le grandi metropoli. L’erosione delle rocce, così come i fumi degli impianti di riscaldamento, dei complessi industriali, e dei motori a combustione, attentano infatti alla purezza dell’atmosfera, introducendovi particelle sottili causa di gravi danni all’ambiente e agli individui.
Lo sanno bene i ciclisti e i motociclisti, ma anche coloro che semplicemente escono per una passeggiata, i quali utilizzano, a protezione personale, specifiche maschere antismog dotate di valvole e carboni attivi, ossia filtri capaci di allontanare dall’organismo le polveri sottili. Più in particolare, grazie alle valvole, è possibile espellere l’aria calda inspirata riciclando in tal modo l’aria stessa, specie in caso di sforzo fisico o iperventilazione; con i carboni attivi, invece, è possibile “bloccare” una buona parte di sostanze organiche volatili.
Suddivise in tre categorie – FFP1, FFP2 e FFP3, or ora esposte – a seconda dell’efficacia filtrante (e dunque della dimensione del diametro delle particelle in grado di arrestare), le mascherine antismog si distinguono in usa e getta e a filtro intercambiabile. Le prime, che nella forma rievocano quelle “proprie” dei chirurghi, possono essere utilizzate una sola volta, ed hanno un costo che varia in base al materiale di realizzazione dello specifico modello, da quello semiduro in carta a quello in polipropilene, di maggiore potenza. Le mascherine antismog a filtro intercambiabile, invece, comportano una spesa superiore, a fronte tuttavia di una maggiore durata; più curate quanto al design, presentano un rivestimento in metallo semimorbido e si rivelano particolarmente indicate per chi si muove in bici o in moto.
Concludiamo l’argomento evidenziando che il tempo di esposizione all’inquinamento atmosferico può rappresentare un valido “indicatore” per scegliere l’efficacia filtrante che meglio si adatta al caso proprio: per un’uscita che prevede diverse ore all’aperto una valida opzione è quella che vede l’utilizzo di una mascherina antismog FFP1 o FFP2, laddove invece lavorazioni industriali dalla forte presenza di smog (metalli ingombranti e pesanti) individuano come preferibile un prodotto FFP3. Prodotto, quest’ultimo, consigliato dunque essenzialmente a livello professionale.
Mascherina antigas
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Quella antigas è una tipologia di mascherina – o più propriamente, di maschera – che protegge le vie respiratorie da gas e vapori tossici e da agenti inquinanti dell’atmosfera. Presente in commercio sia nella versione che copre integralmente il volto, che in quella che lo copre solamente per metà, essa è dotata di più filtri ed ha bisogno di ossigeno per un corretto funzionamento, il che spiega il collegamento ad una bombola esterna qualora l’uso avvenga in un ambiente che ne è privo.
La si utilizza in ambiti assai specifici, come quelli militari o quelli chimici, così come nei lavori di edilizia, quando si è a stretto contatto con polveri sottili o residui di materiali nocivi quali l’amianto. Risultando altresì indicata nel fai da te, in quei piccoli lavori in casa che prevedono l’utilizzo di vernici o di altri prodotti che rilasciano sostanze pericolose, generando problematiche nella respirazione.
Ma quali sono le caratteristiche che una maschera antigas deve presentare? Innanzitutto deve garantire un consono livello di sicurezza in ambienti a rischio, il cosiddetto fattore di protezione nominale, sovente evinto dal bollino rosso presente sulla maschera stessa o sulla sua confezione, attestante la validità in base agli enti di controllo a ciò predisposti. Altro fattore importante ai fini del migliore acquisto è la tipologia di filtro (dal momento che ne esistono diversi, in base alla protezione di cui si necessita) e la sua durata, così come la presenza di una valvola che permetta una respirazione costante senza la perdita di ossigeno. Non da ultimo vanno considerati i materiali di realizzazione, che devono essere morbidi, robusti ed anallergici, alla luce dello stretto contatto della maschera con il viso dell’utilizzatore.
Per una maggiore memorizzazione delle tipologie di mascherine sino ad ora esposte, riassumiamole, con i relativi tratti caratteristici ed ambiti di utilizzo, nella tabella riportata qui di seguito:
Tipologie di mascherine
Tipologia di mascherina | Caratteristiche | Ambito di utilizzo |
---|---|---|
Chirurgica | - monouso - più strati - limita la trasmissione di agenti infettivi, impedendo che goccioline di saliva o altri fluidi respiratori entrino in contatto con altri individui | - ospedali e sale operatorie - ambulatori e case della salute |
Antivento | - protegge dal vento e dal freddo - copre collo, naso ed orecchie - tessuto antivento e traspirante oppure cotone | - bici o moto - attività sportive (come lo sci ad esempio) |
Antismog | - fornita di valvole e carboni attivi, filtra le sostanze nocive presenti nell'aria, impedendo che giungano all'apparato respiratorio - usa e getta oppure a filtro intercambiabile | - bici e moto, ma anche semplice passeggiata |
Antigas | - preserva le vie respiratorie da gas e vapori tossici, e da agenti inquinanti dell'atmosfera - presenza di filtri e di valvola, per una respirazione costante - 2 opzioni disponibili: copertura totale del volto, o solo per metà - adeguato livello di sicurezza in ambienti a rischio - materiali morbidi, resistenti ed anallergici | - campo militare e chimico - lavori di edilizia - fai da te |
Modalità di utilizzo (e di riutilizzo)
Abbiamo già detto dell’impossibilità di riutilizzare la mascherina chirurgica, il cui tessuto sarebbe danneggiato da disinfettanti o vapori d’aria calda. Monouso, dunque, dopo il primo utilizzo va buttata e smaltita correttamente. Ma in presenza degli altri tipi di mascherine esposti? Vale la stessa regola? I filtranti facciali FFP1, FFP2 e FFP3 possono essere riutilizzati solo se il materiale di fabbricazione non risulta deteriorato. Esistono procedure di “rigenerazione”, previste solo qualora la mascherina sia utilizzata per proteggersi da agenti patogeni, tra cui la “migliore” risulta essere quella che prevede un trattamento con soluzioni idroalcoliche al 60/70%: si tratta, però, di soluzioni non univocamente riconosciute valide. Nel caso di un respiratore con filtro, a seguito di un uso più o meno prolungato il filtro stesso perde di efficacia, e va quindi sostituito, una sostituzione che il più delle volte “coinvolge” anche la mascherina. L’unica tipologia di mascherina che può essere adoperata più volte è quella antivento, perché quella che offre è una protezione solo dal freddo o dall’aria eccessivamente pungente, e non da agenti patogeni, tossici, o inquinanti.
Materiali e sistema di regolazione
Importante è conoscere i materiali di realizzazione delle mascherine disponibili sul mercato. Delle mascherine antivento, antismog e antigas, senza entrare eccessivamente nel merito della tematica, abbiamo già detto. Restano dunque da analizzare, in questa sede, i materiali della mascherina chirurgica, adoperabile – come precedentemente esposto – una sola volta. Essa prevede per l’utilizzo sanitario il TNT (tessuto non tessuto), oppure un velo di fibre, composto ad esempio da viscosa o poliestere, ed è fornita di lacci o elastici. Più possibilità di regolazione e di “adattamento” si riscontra nei respiratori, e nelle mascherine fornite di stringinaso, ossia di una barretta che può essere piegata per meglio adattare la mascherina al proprio viso. E che rende la mascherina stessa maggiormente impermeabile, evitando alla polvere di entrare e agli occhiali di appannarsi.
Prezzi e marche specializzate
Quanto costa una mascherina? Dipende, ovviamente, dallo specifico modello di riferimento. A titolo esemplificativo, si va orientativamente da circa 50 centesimi per una mascherina chirurgica, a cifre comprese tra 4 e 20 Euro circa per una antivento, sino ad arrivare ad importi di circa 100 Euro in presenza di una maschera antigas. Vedere sempre i prezzi sui siti dei produttori perché per natura sono soggetti a cambiamenti, per questo indichiamo solo fasce molto approssimative. E le marche specializzate a cui rivolgersi per un buon acquisto? Sono diverse, anche in questo caso in base al prodotto in questione e al suo ambito di utilizzo. Citiamo, in merito, Ad Adtrip, NiceButy, Nasum, 3M, così come GVS, Kamiustore, TJ Marvin, Tomshoo, e, ancora, Dräger, Enjohos, Chidi Toy, Zelbuck.
Classifica delle migliori mascherine chirurgiche
Creativa e fantasiosa, ma anche riflessiva e determinata. Laureata in Giurisprudenza “atipica”, seguo e coltivo i miei sogni e le mie effettive ambizioni, emersi preponderatamente. Appassionata di scrittura e “curiosa” di ogni piccola grande novità tecnologica – ma anche degli articoli di utilizzo quotidiano – fornisco agli utenti utili consigli in merito a prodotti che possono semplificare, migliorandola, la vita di tutti i giorni. Per un aiuto in quella che è la scelta più rispondente alle proprie esigenze.